30 gennaio 2011

SSN - 833 / 1978

Risposta al post di Guglielmo Pepe sul Corriere.it
In ogni caso [...] rimane confermato [...] il senso di insoddisfazione generale nei confronti del servizio sanitario nazionale.

Questo tipo di affermazioni (e di post) avranno senso in una societa' post-berlusconiana dove "i cittadini" saranno informati e potranno informarsi.

Dal dopoguerra al '78 di strada ne e' stata fatta! Tanta! All'epoca, e lei forse ne avra' memoria diretta, si poteva morire in ambulanza senza essere accettati in nessun ospedale!

Dal '78 in avanti... insomma... piu' che cambiare sigle e nomi e rilasciare tessere nuove, di sostanziale poco (nulla?) e' stato fatto.... ah no, dimenticavo il grande jazzista Bobo Maroni... che voleva intervenire con un emendamento sul testo unico per l'immigrazione (la Bossi-Fini...) ricordate? quando voleva obbligare i sanitari a denunciare l'eventuale presenza di "clandestini", meglio alla francese sans papier, presenti negli ospedali.

Pura follia, sotto ogni profilo. Ma la nostra societa' e' anche questo... degrado umano e civile, anzitutto individuale: vedi maroni, calderoli e amichetti... (di merende!)

Torno a bomba, riportare questo tipo di indagini distorce la realta'.

Piuttosto il problema sono i bilanci, le finanziare tremontiane, come vengono scelti gli amministratori, i primari ... come grava la sanita' privata, che crea utili per poche famiglie, e sappiamo quali, sulla sanita' pubblica.

Quali sono i regolamenti ... e come vengono applicati ossia se il problema e' una foto su facebook di un'infermiera un po' superficiale o un serissimo primario che si fa corrompere... etc.

Alla fine di tutta questa catena c'e' la lista di attesa per il cittadino, che e' una manifestazione del problema, grave, gravisslima!

Ma prima magari sarebbe meglio chiedere al cittadino come vorrebbe fossero scelti gli ammnistratori della sanita' pubblica, come usare il bilancio dello stato, se per mantenere inutili missioni di pacefintaveraguerra all'estero o potenziare la ricerca e i servizi etc...

Ritorno al punto di partenza: questo tipo di post avra' senso in un paese civile, post-berlusconiano, informato, con meccanismi di partecipazione dei cittadini nella vita pubblica e democratica dello stato che non siano solo il voto 1 volta ogni 5 anni!

ps1. si', concordo pienamente sull'ultimo decennio
Se pensiamo che all’inizio degli anni Duemila, in base ad alcuni indicatori di qualità la nostra sanità era seconda, nel mondo, vuol dire che nell’ultimo periodo abbiamo fatto parecchi passi indietro

20 maggio 2009

Haiku

Benche' il sole batta a picco

con un colore rosso vivo

si sente l'autunno nel vento.

(Matsuo Bashou)

Verginita' cercasi.

Lo spunto di questo post e' l'articolo del Corriere.it intitolato (non scherzo) Romena mette all'asta la verginità se la aggiudica un 45enne Bolognese a firma di Simona Marchetti - attenzione una giornalista, una donna- datato 20 maggio 2009.

Liberiamoci subito da possibili equivoci: "il corpo e' mio e ci faccio quello che voglio io", e qualsiasi altra variante, e' alla base di ogni ragionamento tra persone adulte. Non consideriamo il catechismo della chiesta cattolica, non consideriamo padre livio fanzaga o radio maria. No.

Sorvoliamo anche sul titolo e sul titolista (che spero non sia la stessa giornalista Simona Marchetti) che ha ben preso la mira: Romena vs Bolognese, ovviamente non giovane donna vs maschio pagante... Passiamo oltre. 

Il punto e': come si puo' scrivere un pezzo su una notizia di questo tipo senza porre qualche domanda al lettore, come se si trattasse di una pura notizia di costume... Non e' questione di giornalismo all'inglese, o dal lato opposto di (falso) moralismo, no. E' questione di 1) non essere ciechi, 2) di non essere muti. E di non rendere nemmeno ciechi e muti i lettori.
Torniamo indietro di qualche anno, 2004. Caso analogo, articolo di Repubblica.it: Vende verginità all'asta sul Web per pagarsi gli studi all'università.Qualche riflessione in piu' c'e': si parla di tasse universitarie, del governo Blair che voleva aumentarle... e quindi il lettore non ancora cieco arriva a chiedersi se e' sensato parlare di Diritto allo Studio, in italia tutelato dalla Costituzione. Se poi il lettore e' anche molto ardito potrebbe uscire dal dominio dei diritti e chiedersi che peso ha un titolo di studio universitario oggi, in italia e/o all'estero etc.
Lasciamo il lettore alle sue riflessioni e torniamo all'articolo firmato da Simona Marchetti. Tutto nell'incipit: "Quando ha perso il lavoro in un ristorante di Mannheim per il suo pessimo tedesco, la diciottenne rumena Alina Percea non si è certo persa d’animo e per trovare i soldi che le permettessero di continuare a studiare ha così deciso di mettere all’asta l’unico bene che aveva: ovvero la sua verginità."
Potrebbe essere l'inizio di un romanzo di G.G.Márquez: direi un articolo sprecato...

Motivazioni

Non credo nell'informazione "orrizontale". Diciamo alla Grillo, sic et simpliciter. Ma credo nella con-divisione, di pensieri, parole, opere...
Uno dei segni di questa epoca e' il mutismo: siamo muti. E se non cerchiamo di rompere questo silenzio assordante, ben presto saremo anche ciechi!!
Ecco, prima di essere incapace di vedere, ho deciso di perdere qualche minuto di tanto in tanto per scrivere e condividere qualche breve riflessione.