Liberiamoci subito da possibili equivoci: "il corpo e' mio e ci faccio quello che voglio io", e qualsiasi altra variante, e' alla base di ogni ragionamento tra persone adulte. Non consideriamo il catechismo della chiesta cattolica, non consideriamo padre livio fanzaga o radio maria. No.
Sorvoliamo anche sul titolo e sul titolista (che spero non sia la stessa giornalista Simona Marchetti) che ha ben preso la mira: Romena vs Bolognese, ovviamente non giovane donna vs maschio pagante... Passiamo oltre.
Torniamo indietro di qualche anno, 2004. Caso analogo, articolo di Repubblica.it: Vende verginità all'asta sul Web per pagarsi gli studi all'università.Qualche riflessione in piu' c'e': si parla di tasse universitarie, del governo Blair che voleva aumentarle... e quindi il lettore non ancora cieco arriva a chiedersi se e' sensato parlare di Diritto allo Studio, in italia tutelato dalla Costituzione. Se poi il lettore e' anche molto ardito potrebbe uscire dal dominio dei diritti e chiedersi che peso ha un titolo di studio universitario oggi, in italia e/o all'estero etc.
Lasciamo il lettore alle sue riflessioni e torniamo all'articolo firmato da Simona Marchetti. Tutto nell'incipit: "Quando ha perso il lavoro in un ristorante di Mannheim per il suo pessimo tedesco, la diciottenne rumena Alina Percea non si è certo persa d’animo e per trovare i soldi che le permettessero di continuare a studiare ha così deciso di mettere all’asta l’unico bene che aveva: ovvero la sua verginità."
Potrebbe essere l'inizio di un romanzo di G.G.Márquez: direi un articolo sprecato...